Fabio Di Vilio – La Scialuppa
Fabio Di Vilio, chef del Ristorante La Scialuppa da Salvatore, ha 35 anni.
Cosa volevi fare da grande?
Il mio sogno da bambino era diventare Pilota, poi si è tramutato, e ho iniziato un corso di studi in Ingegneria Aerospaziale ed infine ingegneria del suono a Milano. Poi ho conosciuto mia moglie, sono entrato a far parte della grande famiglia di questo ristorante. Salvatore è suo nonno. Sono partito dalle basi: ho iniziato a vedere come si stava in sala, mi ci sono appassionato e infine sono entrato in cucina, dove ho cercato di livellare i problemi tra i due reparti. D’altronde ho un passato da ingegnere. Poi è venuta la necessità di fare un cambiamento culinario per il ristorante.
Quindi come è cambiata la cucina della Scialuppa da Salvatore da quando sei tu lo chef, qual è il tuo tratto distintivo?
Ho capito che accostare alla tradizione, sapori e tecniche di una volta, può dar vita a una cucina ancora moderna. Ovviamente alla base c’è la cura nella scelta delle materie prime. Tutto il nostro pesce viene dal mare che abbiamo qui di fronte. E con un pesce così buono bisogna fare soltanto una cosa: scegliere con cura le lavorazioni. Che lascino quanto più intatto il sapore in sé perfetto del pesce. Nulla si può fare senza la tradizione, è un elemento fondamentale, senza quella non c’è una vera cucina, secondo me bisogna partire da quella: mai scordarci da dove veniamo.
Qual è l’ingrediente che più ami usare in cucina?
Più che un ingrediente, si tratta di una preparazione. Sono completamente affascinato e devoto all’affumicatura. Alcuni alimenti li affumico a freddo (temperature comprese tra i 18 e i 25°C per 24 48 ore): con questa tecnica preparo salmone e barracuda, ad esempio. Mi sto cimentando ad esempio in una pastella affumicata, in cui subiscono il processo sia l’acqua di mare che la farina. Poi ci sono ingredienti che affumico a caldo, tipo la tracina. Le temperature arrivano ad un massimo di 60°C. Ho un controllo maniacale per questi processi, accendo e spengo l’affumicatore per avere una affumicatura controllata e prolungata, non voglio che nessuna materia prima perda la propria identità, non voglio che si insaporisca troppo. Altre affumicature le facciamo sulla campana al caminetto, in questo caso si tratta di una affumicatura diretta che avviene a caminetto spento. Anche i pomodori, le patate e le cipolle alla brace che vengono essiccate e polverizzate hanno quel sentore di affumicatura che mi piace, anche se sono preparate in effetti alla griglia.
Come ti vedi tra 3, 5, 7 anni?
Ho una enorme voglia di imparare, quindi nell’immediato futuro voglio intervallare il mio lavoro a qualche stage in ristoranti stellati. Voglio poter crescere, visto che sono autodidatta e ho l’aspirazione di continuare a imparare. Tra 5 anni vorrei essere in una piccola realtà tutta mia, in cui io possa esprimere me stesso senza vincoli, dove posso mettermi in gioco davvero. Non che qui non lo faccia, ma se devo sognare… Tra 7 anni, spero di aver raggiunto qualche traguardo importante, ma non per mancanza di umiltà, solamente per una gratificazione dopo tutto il sacrificio che uno fa trascurando famiglia e figli.
