Lorenzo Iozzia – Casa Iozzia

LORENZO IOZZIA

Nasco e cresco a Lentini, città del 730 A.C, terra di agrumi, attraversata da culture millenarie assai note, ognuna delle quali ha lasciato le sue profonde tracce nella storia, nelle arti, nel paesaggio. La Sicilia è tutto ciò che sono, la mia famiglia, i miei amici, le mie tradizioni, il mio sangue, la mia cucina.
I miei ricordi provengono da lì. Renato Guttuso diceva: “anche se dipingo una mela, c’è la Sicilia”… io posso affermare con certezza che anche se “cucino” una mela, c’è la Sicilia.
Questo è quello che trasmetto nei miei piatti. L’emozione di un ricordo in riva al mare tornando da una battuta di pesca con mio padre da bambino; i profumi di zagara e di agrumi maturi in campagna con mio nonno; il sapore persistente di ricotta quando, la domenica, si andava dai pecorai a mangiarla calda con il pane duro; la gioia di una ‘nguantera di pasticcini; settembre a Castelluccio; Il mare quando nessuno è a mare…il suo rumore su quegli scogli lo riconoscerei ad occhi chiusi.
Amo la materia prima d’eccellenza e mi appassiona elaborarla richiamando la tradizione e mettendoci tanto del mio. La tecnica e la tecnologia oggi sono strumenti per l’esaltazione di ciò che il territorio ci dona con naturalezza.
L’arte in cucina per me è trasformare consapevolmente questo dono in qualcosa che stimoli la mente e il palato. Venendo nel mio ristorante mi auguro di riuscire a trasmettervi tutto questo, la mia terra, le sue sfumature e le mie.
Un cuciniere siciliano in terra etrusca.

IL RISTORANTE

Tra gli ospiti abituali dei 5 tavoli del ristorante c’è una signora siciliana, vive in queste zone da anni, e per ritrovare la sua Sicilia ama venire qui, periodicamente.
Il menù parla di una terra lontana, ma vicina nei suoi ingredienti più caratteristici, nelle sue ricette, che qui trovano un’originale e accurata rivisitazione. L’ambiente è familiare, per nulla formale e il grande e rustico camino in un angolo della sala, ci ricorda dove siamo, nel cuore della campagna viterbese, anche se, a guardare fuori dalle bellissime vetrate si ha l’impressione di vedere il mare… e non solo di vederlo. Si può sentire in bocca, ad ogni morso.
Lo chef compie un viaggio di sapori e di ricordi, che da Lentini arriva nella Tuscia passando per i boschi dei Cimini. E’ cosi che nascono i piatti come un “baccalà perso nel bosco”. La scelta della materia prima, l’eccellenza dei banchi di ogni giornata che arriva tra le abili mani di un cuciniere siciliano.
La tradizione rivive in ogni piatto, anche nei pani, realizzati con i tempi di una volta, per mantenere un legame su cui la distanza non può nulla.
Un luogo unico in queste zone, dove tanta attenzione viene riposta nell’elaborazione del piatto e nell’accoglienza dell’ospite… come essere a casa, Casa Iozzia.
La Sicilia è servita.