Marco Claroni – Hosteria dell’Orologio
Situata nel centro storico di Fiumicino, nel famoso edificio progettato dall’architetto Valadier. L’Osteria dell’Orologio coniuga elementi di una cucina tradizionale e mediterranea con la creatività dello Chef patron Marco Claroni.
Marco quotidianamente seleziona il suo pesce direttamente dai pescherecci di Fiumicino, scegliendo il pescato locale.
Dal pesce bandiera al merluzzo, dalla leccia stella alla palamita Marco quotidianamente seleziona il suo pesce direttamente dai pescherecci di Fiumicino, scegliendo il pescato locale.
La storia di Marco inizia per gioco, seguendo la mamma in cucina e sfamando amici ….affamati!
Dopo il liceo frequenta un corso alla F.I.C. (Federazione Italiana Cuochi) al quale seguiranno impegnativi stage presso “Boscolo Hotel”, “Hilton”, “ Pasticceria Dolcemente” ed esperienze lavorative presso i noti ristoranti di Fiumicino “ Bastianelli” e “Gina al Porto”.
La certezza di voler far veramente diventare la cucina la sua “Casa” arriva con il grande Chef Antonio Chiappini ai “ Tre Bicchieri” di Ostia, al fianco del quale trascorre quattro anni memorabili; è grazie a lui che esplode la sua dilagante passione!
Decide così di lanciarsi in una nuova avventura che oggi si chiama “Osteria dell’Orologio“ a Fiumicino, dove Marco propone una cucina tradizionale di mare caratterizzata da spunti di creatività.La sua giornata tipo comincia sempre in pescheria e attendendo il rientro delle paranze per selezionare il pescato noto: spatole, palamite, orate, ricciole… e alla riscoperta di ciò che nel tempo si è perso come arzille, tracine, leccie, stelle, conchiglie Santa Lucia, lustrini, sugherelli e tanto altro ancora.
La filosofia dello chef è di lavorare prodotti a km 0, con incursioni di eccezionalità estere.Marco ama rispettare l’identità dei prodotti scelti tendendo a valorizzare i sapori della cucina mediterranea; anche se i suoi viaggi in Oriente lo hanno spinto a maturare numerosi abbinamenti poco nostrani facendo entrare in gioco spezie, tuberi ed erbe aromatiche dai sapori pungenti.
Osteria dell’Orologio guida Michelin
La sua continua innovazione, la sua voglia di crescere, rinnovarsi e di non fermarsi mai, stanno portando Marco e la sua compagna Gerarda Fine, che insieme a lui dirige il ristorante “Osteria dell’Orologio”, ad ottenere grandissime soddisfazioni.
L’ultima è di poche settimane fa, la segnalazione sulla Guida Michelin 2016.
Marco entra a far parte del nostro Staff lo scorso anno, introdotto da colui che è stato il suo mentore e la sua guida,
lo Chef Antonio Chiappini il quale ha diretto magistralmente con uno stile inconfondibile i nostri corsi, in
particolare il reparto ittico dei corsi professionali di cuoco, per quasi 15 anni.
Marco si sta distinguendo per le sue conoscenze, per una didattica fresca, schietta, scandita da tempistiche veloci e vivaci che accrescono nei nostri allievi la voglia di fare e di imparare sempre di più.gerarda, fine,
La storia di Marco inizia così, per gioco, imparando dalla madre, ottima cuoca e sfamando amici affamati. Dopo il liceo frequenta un corso alla F.I.C. cui seguiranno impegnativi stage presso “Boscolo Hotel”, “Hilton”, “Pasticceria Dolcemente” ed esperienze lavorative presso i noti ristoranti di Fiumicino.
Ma la certezza di voler proprio fare lo chef arriva con Antonio Chiappini ai “Tre Bicchieri”, ristorante di Ostia, al fianco del quale trascorre quattro anni memorabili; è grazie a lui che esplode la sua dilagante passione. Decide così di lanciarsi in una nuova avventura che oggi si chiama “Osteria dell’Orologio” a Fiumicino, dove Marco propone una cucina tradizionale di mare caratterizzata da spunti di creatività.
Marco ama rispettare l’identità dei prodotti scelti tendendo a valorizzare i Sapori della cucina mediterranea; anche se i suoi viaggi in Oriente l’hanno spinto a maturare numerosi abbinamenti poco nostrani facendo entrare in gioco spezie, tuberi ed erbe aromatiche dai sapori pungenti.
Attualmente è anche docente presso la scuola di cucina “A tavola con lo chef” nei corsi professionali ed amatoriali.
La storia di Marco inizia così, per gioco, imparando dalla madre, ottima cuoca e sfamando amici affamati. Dopo il liceo frequenta un corso alla F.I.C. cui seguiranno impegnativi stage presso “Boscolo Hotel”, “Hilton”, “Pasticceria Dolcemente” ed esperienze lavorative presso i noti ristoranti di Fiumicino.
Ma la certezza di voler proprio fare lo chef arriva con Antonio Chiappini ai “Tre Bicchieri”, ristorante di Ostia, al fianco del quale trascorre quattro anni memorabili; è grazie a lui che esplode la sua dilagante passione. Decide così di lanciarsi in una nuova avventura che oggi si chiama “Osteria dell’Orologio” a Fiumicino, dove Marco propone una cucina tradizionale di mare caratterizzata da spunti di creatività
Marco ama rispettare l’identità dei prodotti scelti tendendo a valorizzare i Sapori della cucina mediterranea; anche se i suoi viaggi in Oriente l’hanno spinto a maturare numerosi abbinamenti poco nostrani facendo entrare in gioco spezie, tuberi ed erbe aromatiche dai sapori pungenti.
Attualmente è anche docente presso la scuola di cucina “A tavola con lo chef” nei corsi professionali ed amatoriali.
Innamorato della cucina, sono chef e patron dell’Osteria dell’Orologio di Fiumicino. Mi dedico con uguale passione al mio ristorante e all’insegnamento per i giovani aspiranti chef. Nella professione come nella vita cerco la genuinità dei prodotti e sono estremamente orgoglioso di aver avuto in questo grandi maestri.
C’è del bello nella nouvelle vague di Fiumicino: dal recente fermento culinario di periferia, ecco brillare una realtà fresca e ormai consolidata. Aperto nel 2009 dallo chef Marco Claroni e dalla sua compagna Gerarda Fine, l’Osteria dell’Orologio è cresciuta stanziando una fucina creativa di stampo ittico: saldata con cuore, istinto e passione. Metodica e progressiva l’evoluzione stilistica di Claroni, che con la sua brigata mette a punto una produzione imbarazzante di piatti stagionali dalla verve frizzante e centrata.
La cucina si prodiga nel tutelare la qualità della materia prima locale (di alto livello),
ravvivandola con una padronanza tecnica davvero notevole. Una cifra stilistica vulcanica ed estrosa di matrice espressa, in grado di esaltare il miglior pescato del litorale in ogni sfumatura: contemplando abbinamenti e contrasti che elevano anche la qualità degli ottimi crudi. Esercizi graffianti, condensati di gusto in totale elogio del prodotto, si alternano con assemblaggi calibrati a misura per ogni elemento chiamato all’appello.
Dalla batteria esaltante di antipasti crudi e cotti, passando per primi piatti e preparazioni classiche marinare rivisitate: tutto esprime una prorompente nitidezza esecutiva, tra profumi, contrappunti e sapori iodati. Il servizio si mostravivace e appassionato, pronto a coccolare l’ospite con approccio sartoriale. Affascinante e accurata la scelta enologica: grazie all’upgrade continuo della carta dei vini e distillasti attuata dalla sommelier Gerarda Fine, che dirige la sala con il supporto dell’istrionico Massimo Spissu
….di Carlo Bertilaccio, Stefano Ronconi e Maurizio Valeriani
Una serata veramente riuscita, quella svoltasi all’Osteria dell’Orologio lo scorso 25 Settembre. La selezione dei migliori Vermentino di Gallura, per i lavori della Guida Slow Wine 2015 (potrete vedere alcune anticipazioni dei premiati tra qualche giorno sul sito www.slowine.it) ha trovato un felicissimo abbinamento con i piatti proposti dal giovane chef emergente Marco Claroni dell’ Osteria dell’Orologio a Fiumicino.
Un menù agile e articolato allo stesso tempo, con il quale è stato perfettamente centrato l’obiettivo: colpire il commensale con materia prima eccellente e abbinamenti originali, senza però sovrastare i vini proposti in accostamento.
Il Benvenuto dello chef
L’appetitoso Supplì al nero di seppia e pecorino, la croccante Zeppola con cozze e pomodoro fondente e le fragranti Alici marinate con stracciata di bufala e erba cipollina, hanno trovato dei grandi comprimari nei due vini galluresi serviti:
Vermentino di Gallura Neulas 2013 – La Neula: questa nuova azienda (in sardo Neula significa nuvola) con sede a Telti (momentaneamente vinifica a Porto San Paolo presso l’azienda Mura) ci ha stupito con questo vermentino teso, granitico e di grande materia, avvolgente e pieno, che chiude con ricordi di macchia mediterranea.
Vermentino di Gallura Superiore Sciala 2013 – Vigne Surrau: ormai l’azienda di Tino De Muro, imprenditore edile con la passione per la viticoltura, si è affermata nel Nord della Sardegna, come uno dei punti di riferimento qualitativi (se capitate in zona, sulla strada che da Arzachena porta a Porto Cervo non perdetevi la visita alla cantina, che è un bell’esempio di design contemporaneo ed ha una accoglienza veramente all’altezza). Lo Sciala 2013 è un vino pietroso, con ricordi floreali ed una gustativa elegante e molto ricca.
da i 5 SENSIMARCO CLARONI
Marco Claroni è nato a Roma il 30 aprile 1984. Dopo il liceo, ed una breve esperienza universitaria, ha seguito un corso base presso la Regione Lazio assecondando in questo modo la sua più grande passione: la cucina.
Varie le sue prime esperienze nel settore in ristoranti della zona (Bastianelli, Gina al Porto, Hilton Roma) fino all’incontro illuminante con il suo maestro Antonio Chiappini ai “Tre Bicchieri “ di Ostia (RM); grazie al quale Marco ha appreso oltre alle tecniche dell’arte culinaria, l’amore ed il rispetto per questo lavoro.
Dopo tre anni di collaborazione, arriva per lui la realizzazione di un sogno: aprire un ristorante nel suo paese, Fiumicino.
osì nell’ aprile del 2009 Marco apre l’Osteria dell’Orologio e con grande impegno fa di questo piccolo ristorante il punto di riferimento per gli amanti del pesce nella periferia romana.
Numerosi i riconoscimenti ottenuti negli anni: Touring Club Italiano, l’Espresso, Gambero Rosso, La Pecora Nera, Foodies, i Cento di Roma, la Repubblica, Guida Michelin.
Marco attualmente è docente per quanto riguarda il settore ittico ai corsi professionali ed amatoriali nella scuola “A tavola con lo chef” di Roma.
Ha partecipa agli eventi: Taste of Roma, Taste Excellence, Con il Cuore nel Piatto, Fiorano for kids, Vinoforum.
L’OSTERIA DELL’OROLOGI
Situata
nel centro storico di Fiumicino, nel famoso edificio progettato dall’architetto Valadier, l’Osteria dell’Orologio coniuga elementi di una cucina tradizionale e mediterranea con la creatività dello chef e patron Marco Claroni.
Dal pesce bandiera al merluzzo, dalla leccia stella alla palamita, Marco seleziona quotidianamente il suo pesce dai pescherecci di Fiumicino, scegliendo il pescato locale.
In sala c’è Gerarda, compagna e sommelier Ais che cura la cantina con particolare attenzione ai distillati.
…..da girogiromondo.it
Fiumicino mareCi sono alcune serate che non mi aspetto magiche e appaganti, specie se la giornata ha avuto il suo passo elegiaco.
Il 25 aprile, dopo una visita al monumento a Pasolini all’Idroscalo di Ostia (cosa che allontana ogni allegria), con marito e un amico siamo andati a cena a Fiumicino. Una camminata lungo il più piccolo (Fiume Micinum) dei due bracci del Tevere, fino al punto in cui il lungofiume sconfina nel mare. Il cielo era cupo, i passanti radi e l’atmosfera malinconica. Mi sentivo immersa in un mondo in bianco e nero.
La cena ha impresso una svolta inaspettata. Quando penso a un’e
sperienza eno-gastro perfetta la immagino proprio così. Era la prima volta che cenavo all’”Osteria dell’orologio” e mi sono ripromessa di tornarci a breve perché magari ho sognato….
Il posto è affianco all’ex municipio (oggi ancora adibito ad uffici del Comune) con orologio in bella vista. La via del ristorante (Via della Torre Clementina) prende il nome dalla Torre che fu fatta costruire da Clemente XIV nel 1773 e che poi la follia umana –sotto la specie dei bombardamenti tedeschi nell’ultima guerra- ha buttato giù nel 1944.
Abbiamo cenato fuori perché il tempo ha retto; altrimenti c’è una sala semplice ma aggraziata in cui prendere posto e lasciarsi andare senza remore alle meraviglie che lo chef propone.
E’ un locale abbastanza piccolo, a occhio meno di cinqanta coperti tra interno e esterno.
Abbiamo dato un’occhiata rapida al menu ma abbiamo “lasciato fare a loro”, come si suol dire, e mai scelta fu più saggia. Ho contato dieci portate di antipasti –sì, dieci, per quanto piccole!!- e un primo, tutto rigorosamente di pesce (sia crudo che cotto). Per me ho chiesto qualcosa di vegetariano e sono stata pienamente soddisfatta; in più ho fatto ricorso ad un po’ di flessibilità e ho assaggiato qualcosa dai piatti dei miei “compagni di merende”.
A me hanno portato un asparago fritto su puré di piselli (come amuse-bouche), un piatto di finocchi, carote, asparagi (cucinati in modo diverso) con una burrata di bufala di Maccarese eccellente, un carciofo alla romana con crema di pecorino, ravioli cacio e pepe conditi con pomodori secchi. Tutto magnifico, senza “se” e senza “ma”. Dai piatti altrui ho assaggiato un pezzo di gambero in pasta kataifi e maionese allo zenzero (perfetto) e un pezzo di alice ripiena di scamorza e peperone (idem). I miei commensali erano estasiati da tanta meraviglia. Pane fatto in casa di diversi tipi, caldo e fragrante.
Che goduria…
Non abbiamo preso il dolce, anzi con tutto quel cibo dovrò digiunare per il resto dell’anno. Però ci hanno offerto un assaggio di mousse di yogurt e sorbetto di fragole. Molto buono.
Lista dei vini non estesa ma interessante (quasi tutta italiana ma con una piccola sezione di champagne) co
ricarichi onesti.
Team di ottima capacità professionale e ancor più comunicativa e di relazione, senza mai perdere di vista il ruolo. E quello che mi ha ancor più conquistato è stato scambiare due chiacchiere con lo chef, Marco Claroni, a fine cena. Una passione viscerale per le materie prime e il proprio lavoro, una semplicità nel modo di porsi che lasciano stupefatti. Ha un talento che gli consentirebbe, ad esempio, di aprire un bel ristorantino a Roma e raddoppiare (o quasi) i prezzi, oppure di andare a pontificare di cibo in qualche trasmissione televisiva ma lui sta lì, appassionato di quel mare e di quei prodotti e l’impressione è che non vorrebbe essere in nessun altro posto. Lustrino, girella, palamita, alici e le altre creature del mare di zona: questi i fondamentali della sua cucina.
Conto finale di circa quarantacinque euro a testa, compreso un buon Gewurztraminer. Non è meraviglioso? Credetemi, è un’esperienza imperdibile.
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