La roveja e la farecchiata

Castelluccio di Norcia

Castelluccio di Norcia

Tra le varie gite di questa estate, sono andata a Castelluccio di Norcia. Anche se sono quasi di casa da quelle parti, per la prima volta ho mangiato ed apprezzato la roveja. Questa è un piccolo legume che cresce anche spontaneamente sui terreni impervi e sassosi dei monti Sibillini tra Cascia e Norcia, resiste a basse temperature e arriva fino a 1200 metri di altitudine. Nei secoli passati faceva parte della dieta quotidiana dei contadini insieme ad altri legumi. E’ simile al pisello ma  il colore si avvicina forse più alla lenticchia. Il sapore ricorda un po’ le fave ed è leggermente amarognola, è ricca di proteine, carboidrati e diversi sali minerali, ha un profumo che ricorda l’erba appena tagliata.

La sua raccolta è completamente manuale perché i suoi alti steli non possono essere mietuti con i moderni macchinari. Viene falciata, raccolta, essiccata e battuta a mano quindi il costo di produzione è piuttosto elevato ma ha un’ottima resa…e poi ne vale veramente la pena! Ma ad ogni modo la sua coltivazione è stata quasi abbandonata perché queste difficoltà hanno scoraggiato una produzione intensiva e ormai è reperibile solo da pochi agricoltori.

E’ un presidio slow food, un piccolo gioiello del patrimonio italiano che non dobbiamo dimenticare.

Si trova sia in grani che in farina e la tradizione vuole che la roveja sia impiegata nella farecchiata, una polenta condita con un battuto di alici e aglio.

Questa è la mia interpretazione. La proporzione è 1 parte di farina di roveja e 6 di acqua.

Roveja gr 200

Acqua l. 1,2

sale

Seppioline kg 1,2

un bicchiere di vino bianco secco

aglio e prezzemolo

qualche patata

Olio evo, sale e pepe

Portate l’acqua quasi ad ebbolizione, salatela e versate a pioggia la roveja, come si fa per la polenta e cuocetela mescolando per 45 minuti. Versatela poi in stampi per muffin (ho usato quelli di silicone).

In un tegame fate imbiondire uno spicchio d’aglio privato del germoglio e poi versate le seppie. Quando si saranno scottate da tutti i lati, versate un bicchiere di vino. Sbucciate le patate e tagliatele a dadini quindi unitele alla seppie e portate tutto a cottura. A fuoco spento spolverare con un po’ di prezzemolo tritato.

Nel forno a 250 gradi passate la roveja per 5 minuti. Al centro di ogni piatto metette uno sformatino di farecchiata ed intorno adagiate le seppioline. Buon appetito!

 

 

3 Comments

  1. Loredana Pacifici ha detto:

    Molto intasante. Sono stata a Castelluccio, ma non sapevo niente di questo legume

  2. Loredana Pacifici ha detto:

    Interessante, non intasante!

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